sabato 29 gennaio 2011

Google e la svolta !

Internet è sempre stato un porto franco fin dalla nascita, ed è la maggiore conquista umana in fatto di libertà di espressione.
Ricordo quando a metà degli anni 90, col mio primo provider (Videonline), sui primi motori di ricerca, si trovava tutto, ma proprio tutto. Il meglio ma anche il peggio.. dell'umanità.
Le sensazioni che provavo  (e che tutt'ora provo) erano qualcosa tipo "Incredibile, questa cosa è una rivoluzione pazzesca. Qui posso trovare le risposte a qualsiasi domanda! "
Poi è arrivato Google, che ha messo maggior ordine anche nei risultati, e davvero, le tue domande trovano sempre risposta.
Purtroppo la notizia di oggi segna una svolta epocale. E cioè, che Google capitola e comincia a censurare risultati. In particolare, tutta una serie di keyword e nomi di prodotti connessi in qualche modo alla piaga di Internet, e cioè la pirateria.
Risultati di parole bittorrent, utorrent, megaupload, rapidshare etc. da oggi non sono più disponibili su Google.
Insomma, se prima si era più o meno certi che grazie a Google potevi trovare sempre quel che cercavi, oggi non è più così (non mi riferisco a materiale copyrighted, ma su qualsiasi altro argomento), un dubbio ti rimarrà sempre e cioè: non è che quel che cercavo, me l'han censurato ? 
Da domani, qualcuno deciderà a monte cosa è possibile darti e cosa no, da domani siamo tutti un pò più incatenati e meno liberi.

Google, ripensaci!

giovedì 27 gennaio 2011

Lavorare per la Canonical da casa...

La società creatrice di Ubuntu, è avanti. Ha 300 dipendenti, ma la maggior parte lavora da casa. Uniche necessità: connessione broadband e vivere in Europa o Nord America, per mere questioni di fuso orario.
Ecco un classico annuncio di lavoro sul loro sito istituzionale:

Software Engineer

Job Location: Home base worker with broadband connection (North American & European time zones preferred)...

Qui non stiamo parlando di una piccola azienda che propone telemarketing da casa. Canonical sviluppa e vende la distribuzione Linux più utilizzata al mondo, con servizi ed assistenza connessi. Di certo non è la Microsoft in quanto a dimensioni, ma neppure la Pinco Pallo snc .
Credo che il tempo dello spostare milioni di impiegati da casa, per farli sedere davanti ad un computer in ufficio sia finito. Non dico tutti e cinque i giorni a settimana, ma almeno due o tre. Credo sia possibile restare in contatto con l'ufficio, il capo ed i colleghi, per tutta la sessione lavorativa, con pochi semplici strumenti: computer, conference skype sempre attiva, webcam e magari un secondo monitor. Dimenticavo: una banda che sia veramente larga... e soprattutto bidirezionale: 10 mega in download, ma anche 5 mega in upload (e non 384 kbps!).

Ne gioverebbero tutti: l'ambiente, il lavoratore, l'azienda (che potrebbe risparmiare su tante voci) e lo stato (in infrastrutture e non solo).
Ah già, qualcuno forse ci perderebbe: i petrolieri.

mercoledì 26 gennaio 2011

Hack Google: trovare webcam nascoste


Google si sa, funziona bene, in questo caso pure troppo !
Inserendo alcuni codici (che riportiamo qui sotto) è possibile “scovare” server web cam sparsi per la rete… aperti! Se siano stati lasciati aperti intenzionalmente o meno non ci è dato saperlo. La cosa bella è che si possono vedere paesaggi (o interni di case) di tutto il mondo, e spesso, si possono anche controllare le suddette cam, ovviamente se dotate delle funzioni tilt & pan.
Ecco le stringhe da ricercare inGoogle per trovare un po’ di cam:
“my webcamXP server!”
sample/LvAppl/
“TOSHIBA Network Camera – User Login”
/home/homeJ.html
/ViewerFrame?Mode=Motion

martedì 25 gennaio 2011

Kdenlive: video editing facile su Linux

Kdenlive è un software open source atto all’editing video non lineare (Kdenlive sta per KDE Non-linear video editor), avviato come progetto nel 2002 da un singolo sviluppatore (Jason Wood) e ora mantenuto dalla comunità open source.
I formati supportati dal programma sono i vari Avi, Mpeg, Wmv, Quicktime, Flash, Theora, Real, HDV e comunque, in generale, tutti quelli supportati da ffmpeg, su cui il programma si appoggia per l’import ed export dei video.
A tutti quelli che pensano ancora che un software open source non possa “competere” con i rispettivi concorrenti commerciali, dobbiamo ancora dare una delusione, grazie a Kdenlive che si presenta come un software davvero ben fatto, e con prestazioni elevate.
Il programma ha la classica time line inferiore nella quale si possono trascinare i “pezzi” di video ai quali quindi applicare effetti di transizione (cubo, 2d vari etc.), effetti video (più di 30 disponibili, tra cui effetto carboncino, seppia, Specchio, Technicolor etc.), clip testuali e di presentazione (come immagini statiche).
A questo andiamo ad aggiungere la classica finestra della “cronologia” per eliminare le ultime operazioni, il semplice pulsante “Esporta” per montare definitivamente il nostro video (selezionando giusto 2 o 3 settaggi) ed il fatto che il software è free ed open source.

domenica 23 gennaio 2011

Come controllare che la VPN non sia down

Un'esigenza che sento ultimamente è quella di controllare che la mia connessione VPN non cada, o meglio... visto che è sicuro che prima o poi vada down, vorrei che torni up in automatico.

Come sempre per Windows esiste una soluzione: VPNetmon. Questo è un software che, una volta installato, tiene d'occhio la propria connessione Vpn, e se quest'ultima venisse a mancare, si prodiga nel chiudere altri software che non devono funzionare se non tramite VPN

Sotto Linux ho trovato una soluzione migliore, casereccia ma altrettanto funzionale. Purtroppo non ho ritrovato il link degli autori dello script, ma va a loro il merito.


La soluzione consiste in uno script Python (lanciato da uno script bash) che si preoccupa di controllare ogni 20 secondi che la nostra VPN sia up. Se così non fosse... la ritira su!

venerdì 21 gennaio 2011

Il backup nel cloud: pro e contro

Ultimamente si stanno affermando gli strumenti di backup on line. La cosa funziona in modo molto semplice: ti registri (all'account free o a pagamento), installi un programmino del fornitore, indichi le cartelle da sincronizzare e quest'ultimo fa tutto il resto, ossia sincronizzare i dati locali con un server remoto. Il tutto è live: crei, sposti, copi o cancelli un file ... ed in automatico la stessa cosa avviene su di un server (o più d'uno) a 2000 km di distanza. Insomma, cose da hacker ... almeno fino a qualche tempo fa!

I fornitori di questi servizi sono tanti, e linko la sempre ottima Wikipedia in inglese, con la pagina dedicata alla comparazione di questi servizi.
I nomi più gettonati sono Dropbox, Ubuntu One, Barracuda, Carbonite, Memopal, SugarSync etc. etc.
Alcuni di questi servizi sono disponibili solo per Windows o Mac, altri anche per Linux.

Attualmente io utilizzo Dropbox con Linux Mint. Funziona bene, anche se lo spazio dell'account free è limitato a 2 Gb (espandibile a pagamento o con la formula degli inviti di altre persone).

A questo punto però, vorrei fare un paio di riflessioni sui pro e contro di questa tipologia di servizi. I pro sono ovviamente tanti:

  • Eviti di pensare al backup
  • Hai più versioni dello stesso file: in genere questi servizi non solo sincronizzano, ma mantengono uno storico delle varie versioni dei file
  • Dati accessibili anche quando si è fuori casa, grazie alla possibilità di accederci via Web
  • Possibilità di condividere uno o più file con altre persone via Web
  • Ridondanza dei dati: i tuoi dati sono in più posizioni! Oltre che sul tuo hard disk di casa, possono essere su altri N pc (del lavoro, della casa in montagna etc.) e sempre sincronizzati tra loro
  • Server di backup replicati, in posizioni geografiche differenti. Ergo, è quasi impossibile perdere quei dati !
  • Trasferimento dei pacchetti cifrato con connessione sicura SSL.

Passiamo alle note negative, che in verità, si limitano solo alla prima di questa lista:

  • Privacy: i tuoi dati vengono storati all'esterno delle tue mura domestiche (o dell'ufficio). Per quanto tu ti possa fidare della serietà del fornitore del servizio, non sarai mai sicuro che ci sia qualcuno che se ne approfitti ! 
  • Come tutti i servizi cloud, hai bisogno di banda larga e di una connessione sempre attiva
  • Per avere tanto spazio, bisogna pagare un abbonamento annuale
  • Minimo overhead (sovracarico) del processore, a causa del client di sincronizzazione. Nel caso di Dropbox è praticamente trasparente! Qui è bene ricordare che la bravura tecnica del fornitore nel creare client leggeri è fondamentale. 
Ora, è scontato che non puoi pensare di salvare un file coi tuoi dati d'accesso bancari in uno di questi servizi Cloud. Sarebbe un errore da principiante.
Per tutto il resto, trovo che i backup web, per mezzo di client automatici e trasparenti siano servizi utilissimi di cui non vorrei più fare a meno. 

mercoledì 19 gennaio 2011

Internet e privacy: è possibile ?


Navigare in maniera anonima sta diventando oggigiorno un tema sempre più caldo. Da un lato i governi cercano di dare una stretta ad Internet (sia per il problema del materiale coperto da copyright scaricato illecitamente, o, come in Italia, Cina etc. per cercare di limitare l'informazione, colpendo addirittura i blog!) , dall'altro fioccano ogni giorno servizi diversi che garantiscono l'anonimato in rete. I mezzi per navigare in maniera anonima sono vari, tra questi si annoverano i proxy server, la rete TOR (un po' difficile da installare e configurare soprattutto per i meno esperti) e da un po', anche le Virtual Private Network.

Le VPN non sono nate per garantire sicurezza e anonimato, ma bensì come layer sopra un'infrastruttura pubblica come Internet, per creare un circuito virtuale e criptato, ove una rete di una qualsiasi azienda possa far circolare dati senza che siano intercettabili e quindi, sicuri. In pratica, si può estendere la propria Lan casalinga (o dell'ufficio) a sedi remote, poggiandosi su Internet: se sono a Singapore potrò aprire le cartelle condivise del server aziendale di Roma, oppure stampare sulla stampante di casa (poco utile, ma bello per far scherzi da geek!).

Però da un po' di tempo, si utilizzano le VPN anche per altro, ossia per raggiungere anonimato e sicurezza in rete. Il proprio IP verrà nascosto per tutte le transazioni quotidiane, sostituito con quello del proprio fornitore VPN, giacchè viene utilizzato un loro Gateway verso Internet.

Per farla breve, cosa significa questo ? Significa che il nostro computer è connesso al nostro provider usuale (Telecom, Wind, Vodafone etc.), ma tutta la connessione è cifrata (da 80 sino a 2048 bit di OpenVPN) per tutto il viaggio che va dal nostro computer fino al fornitore del servizio VPN, che può stare in Italia, come in India o negli USA (si intende che più vicino è, meglio è).

Un ottimo servizio che ho avuto il piacere di testare è Super VPN Service che a partire da 8 $ al mese da l'accesso alla propria VPN criptata a 128 bit, oppure (se si è proprio paranoici ;) ) pagando qualcosa di più, con OpenVPN e i suoi 2048 bit di chiave cifrata.
Super VPN Service non ha limiti di velocità ne di banda. Cosa significa ? Significa che tutto il traffico è incluso. Credo che il costo sia ripagato da quel senso di sicurezza che si ottiene, nella navigazione: essendo il traffico filtrato dal gatewat di Super VPN, virus e trojan hanno poca difficoltà a raggiungere il nostro beneamato PC !

Ho creato anche un diagramma, che rende bene l'idea della sicurezza aggiuntiva che si ottiene per un servizio come Super VPN.

martedì 18 gennaio 2011

Linux sul desktop per tutti...

Ormai da Linux-aro quale sono diventato, mi interrogo ogni tanto sullo stato dell'arte di codesto sistema, e della sua adozione anche sul Desktop.

E' un tema che si ripete però oggi penso di poter affermare che Linux sul Desktop possa andare bene di certo per i seguenti ambiti applicativi:

  • Utilizzo di software di produttività personale, cioè Office
  • Utilizzo di Internet, Mail, Voip etc. 
  • Utilizzo multimediale: ascolto di musica, visione di film etc.
  • P2P
  • Grafica (semi) professionale (GIMP non è ancora Photoshop, magari è anche meglio, ma molti preferiscono il secondo)
  • Altri ambiti specifici che possono essere assolti da software cross platform (o specifici per Linux) sia open che closed source

venerdì 14 gennaio 2011

Sviluppo di giochi multi platform ?

Ho già sviluppato un semplice giochino usando interamente strumenti Open e, soprattutto, cross platform: Linux + Mono (alias .NET).
Il tutto gira senza problemi sia su Windows, Linux e Mac.

Ma se uno volesse fare qualcosa di piu'... professionale ?

Ecco che iniziano a nascere anche motori grafici cross platform su codice managed.
Un esempio è Delta Engine